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Impressioni e sensazioni pre, durante e post ultramaratona di 100 km
Simone Matteo
La gara inizia quando si considera di voler e poter raggiungere un
certo obiettivo.
Tutto
è iniziato durante un corso di 10 giorni di Meditazione Vipassana, come
insegnata da S. N. Goenka nella tradizione di Sayagyi U Ba Khin, che consiste
nel rispettare dei precetti e di seguire le indicazioni di un maestro. Tra le
indicazioni vi sono l’ascoltare il respiro e le sensazioni corpore senza
giudicare, senza reagire, senza bramosia.
Considerato
che l’obiettivo è fattibile si passa all’azione e cioè si stila un programma di
massima che ti possa permettere di raggiungere l’obiettivo stabilito.
E’
importantante anche stabilire degli obiettivi intermedi che, per quanto
riguarda il percorrere una competizione di 100 km, potrebbero essere
partecipazioni a maratone e ultramaratone ed allenamenti prolungati di diverse
ore.
Diventano importanti non gli obiettivi intermedi ma quello finale.
Sono
importanti anche il periodo precedente la grande meta, e considerare di
focalizzarsi il più possibile per l’obiettivo stabilito mettendo da parte
eventuali distrazioni o altri fattori che potrebbero compromettere la riuscita.
Pertanto
le due settimane precedenti la partenza della 100 km ho ritenuto opportuno
sospendere gli allenamenti di Capoeira, ho cercato di recuperare più energie
possibili sospendendo le uscite di
allenamendo correndo un paio di volte negli ultimi 10 giorni, ho cercato di
riposare il più possibile e fare scorte soprattutto di carboidrati.
Il
giorno precedente la gara ho pranzato con riso basmati, tofu e seitan, la sera
ricco piatto di pasta, la mattina della gara con partenza alle 15 ho pranzato
alle 11.30 con 2 etti di pasta.
Alla
partenza pioveva, alcuni sono partiti con ombrelli, la maggior parte con
impermeabili, le condizioni atmosferiche non ci erano favorevoli, sono partito
cauto passando al 10° km in 1h15’ e al 20°km in 2h20’, dopo il 30° ho
proseguito aumentando un po’ l’andatura, facevo soste ad ogni ristoro
sorseggiando preferibilmente tè caldo e stuzzicando uvetta o biscotto, la
salita mi piaceva e cercavo di alernare corsa alla camminata, a metà gara in
cima al passo della colla dopo essermi cambiato ho preso del caffè caldo ed ho
avuto brividi di freddo, ho ripreso a correre in discesa un po’ preoccupato ed
ogni tanto mi succedeva di risentire i brividi di freddo quando alternavo un
po’ di camminata alla corsa, anche perché quando mancavano ancora 40 km sentivo
un po’ di dolore alle dita del piede destro ed ero un po’ preoccupato perché
c’era ancora tanta strada da fare, ma un po’ di autoipnosi mi ha aiutato, mi
suggerivo di sentire i piedi caldi e freddi, leggeri e pesanti, usando la
tecnica della confusione mi distraevo e anestetizzavo i dolori, mentre con la
meditazione vipassana mi dicevo che tutto passa, che non dovevo reagire alla
sensazione di dolore, potevo solo ascoltarla senza giudicare, insomma è andata.
Quello
che mi aiutava ad andare avanti era il non pensare a tutti i 100 km da
percorrere ma di godere delle bellezze naturali, dei panorami, di pensare a
pochi km per volta, del raggiungimento di un ristoro alla volta, di 5 km alla
volta, dei traguardi intermedi.
Emozionanti
sono stati il passaggio a Borgo San Lorenzo, molto particolare, inoltre in cima
al passo della Colla ed anche la meta del 65°km, l’arrivare a Marradi mi ha
aiutato in quando è la località dove si tengono i corsi di Meditazione
Vipassana.
Superato
il passo della colla mi dicevo che il grosso è passato, metà gara più
impengativa era passata, ma comunque non bisognava sottovalutre tutto il resto
della gara e perfino gli ultimi chilomentri, quando mancavano 20 km mi sembrava
di essere quasi arrivato ed al 85° km ho deciso di usufruire di un massaggio,
non avevo fretta di arrivare ma voglia di arrivare bene ed infatti quando
mancavano 10km ha ripreso a piovere e camminare era controindicato, si prendeva
acqua e freddo e usando il mio approccio O.R.A.: Obiettivi, Risorse ed
autoefficacia ho pensato che per raggiungere l’Obiettivo prefissato dovevo utilizzare
tutte le Risorse restanti a disposizione e far leva sull’Autoefficacia, così ho
pensato alla precedente maratona di Padova dove ho corso gli ultimi 7 km ad una
velocità elevata e così mi sono venute fuori delle energie insospettabili che
mi hanno permesso di fare l’ultima frazione più veloce delle precedenti
arrivando al traguardo in velocità.
Le
note positive è l’aver approfittato ad incontrare alcuni amici e parenti prima
durante e dopo la gara che mi hanno invitato, accolto, ospitato.
Aspetti
negativi sono stati le macchine lungo il percorso sia per lo smog che per la
pericolosità soprattutto nelle ore notturne a bassa visibilità e con la
pioggia, in quanto si correva ai margini della strada facendo attenzione da una
parte a non essere investiti e dall’altra a dove mettevi i piedi.
Matteo Simone
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