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giovedì 17 marzo 2011

IL RITMO DEL RECUPERO

Da Orlando Pizzolato
www.orlandopizzolato.com/it/371


Nella precedente newsletter avevo sottolineato, relativamente alle sedute intervallate, l’importanza di svolgere un recupero attivo in ogni caso, per agire sulla componente psicologica dello sforzo, giacché con questi stimoli si ricercano adattamenti fisiologici molto simili a quelli delle competizioni.
Pertanto, quando si completa una frazione al ritmo gara si dovrebbe essere in grado di procedere con lo sforzo proprio perché si sta sostenendo una sollecitazione a ritmo gara e non tanto prove considerate come a se stanti.
In allenamento è però corretto rallentare il ritmo per smaltire parte delle alterazioni verificatesi sotto sforzo, e per sostenere un livello di sollecitazione che si avvicini alla distanza della gara programmata (mi riferisco a gare di 10-12km circa).
L’aspetto fisiologico importante di un allenamento intervallato riguarda la fase di rigenerazione, il cosiddetto recupero. Idealmente l’andatura del recupero dovrebbe essere la più sostenuta possibile per consentire di ridurre parte dei cataboliti dello sforzo. Podisti molto efficienti sono in grado di calare di poco l’andatura (un paio di secondi per ogni frazione di centro metri, andatura che si avvicina a quella della corsa media) e rilevare la benefica riduzione dello sforzo.
Questo dovrebbe succedere anche in gara: quando si avverte un impegno al limite della crisi, è sufficiente un leggero rallentamento per evitare di scoppiare.
Per gran parte dei podisti amatori non è però così semplice: sostenere il ritmo della corsa media nella fase di recupero richiede molta efficienza, determinata da una serie di caratteristiche fisiologiche. Per chi non è così efficiente, l’impegno da tenere nella frazione di rigenerazione deve essere invece agevole, e l’ideale sarebbe correre al passo della corsa lenta. Ma anche in questo caso buona parte dei podisti incontra difficoltà. In genere quindi si preferisce correre all’andatura definita come “souplesse”, che rispetto al passo della corsa lenta è più lenta di un minuto circa. Un podista che corre a 5’ al chilometro nella corsa lenta, nella souplesse di solito procede a 6’.
Se si riesce si può ovviamente anche procedere più svelti, e di solito questo diventa più facile man mano che la condizione di forma migliora.

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