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venerdì 14 giugno 2013

Superare lo stress formativo della sconfitta.

Imparare dall’esperienza e superare lo stress formativo della sconfitta


Impegnatevi per ottenere ciò di cui avete bisogno, e quando non riuscite a ottenerlo, ebbene, sorridete e tentate ancora, in un modo diverso.
William Hart  (1)
Franco Del Campo ha disputato – primo italiano nella storia del nuoto – due finali alle Olimpiadi di Città del Messico (1968), dalle sue testimonianze è possibile trarre degli insegnamenti fondamentali per la gestione delle sconfitte: “Partecipare ai Giochi Olimpici e magari raggiungere – anche se da ultimo – due finali, è il sogno supremo di chiunque faccia sport. Ma, per arrivare alla fine di questa lunga marcia, bisogna iniziare con un numero infinito di passi intermedi, di allenamenti, di gare piccole piccole, qualche volta vinte e più spesso perse (diffidare di quelli che vincono subito, troppo spesso e troppo facilmente: non riusciranno ad imparare dall'esperienza e a superare il prezioso stress formativo della sconfitta). Poi arrivano, lentamente, le gare più importanti, prima regionali e poi nazionali. E non ci sono scorciatoie. Ma a questo punto devi aver superato una certa selezione, basata – certo – sui tempi e sui risultati, ma soprattutto trascinata dalla determinazione, dalla testardaggine, dalla caparbia volontà di tener duro, anche se avresti voglia di fare altro.” (1)
La percezione soggettiva della sconfitta dipende innanzitutto da due aspetti sui quali si lavora molto con un allenamento psicologico, e cioè la formulazione degli obiettivi e la motivazione.
Per quanto riguarda gli obiettivi, l’atleta dovrebbe essere in grado di formulare una pianificazione degli obiettivi a breve, medio e lungo termine, obiettivi che siano difficili ma raggiungibili, sfidanti, si dovrebbero poer visualizzarli, immaginarli nel momento in cui si raggiungono gli obiettivi.

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